Un percorso affascinante che si snoda lungo uno dei tratti più suggestivi della costa sud-occidentale della Sardegna. Da Nebida a Buggerru, accompagnati da una guida esperta, si cammina tra colori intensi e contrasti spettacolari: l’azzurro del cielo terso, il bianco delle rocce scolpite dal vento, il blu profondo del mare, i verdi cespugli della macchia mediterranea e il nero dei cunicoli minerari.
Una terra che racconta la sua storia
Qui la natura non è solo protagonista: ha scritto la storia stessa di questi luoghi. Il Sulcis Iglesiente è stato fin dall’antichità terra di estrazione mineraria: prima i Fenici, poi Romani, Pisani e Aragonesi ne sfruttarono le ricchezze.
Con la chiusura progressiva delle miniere nel secolo scorso, il territorio è stato restituito alla natura e oggi conserva un fascino unico. I vecchi complessi minerari sono diventati parte del paesaggio, tanto da entrare nel 1998 nel patrimonio UNESCO e, dal 2001, a far parte del primo Parco Geominerario del mondo.
Da Nebida a Masua: spiagge e panorami sospesi
Dal borgo di Nebida, tra sterrati e camminamenti, si raggiunge la spiaggia di ciottoli di Portu Banda, quindi si prosegue verso il piccolo approdo di Porto Ferro e i balconi erbosi che conducono a Porto Corallo.
Il cammino continua fino alle bianche sabbie di Masua, circondate da scogliere e mare cobalto. Poco più avanti si incontra il complesso di Porto Flavia, un porto sospeso tra roccia e mare, realizzato nel 1924 con un innovativo sistema di gallerie e nastri trasportatori per il carico dei minerali. Una tappa che merita una visita.
Il Pan di Zucchero e le falesie a strapiombo
Dal villaggio di Masua ci si inoltra tra ginepri e olivastri fino alla Falesia del Castello dell’Iride, da cui si ammira il maestoso Pan di Zucchero, faraglione calcareo alto 133 metri, simbolo del Sulcis Iglesiente.
Il sentiero attraversa spettacolari falesie e raggiunge Canal Grande e la sua cala, quindi la grotta traforata di Punta Cubedda. Qui, tra scogliere a picco alte oltre 200 metri, è possibile osservare rare testimonianze fossili risalenti a 550 milioni di anni fa.
Cala Domestica e la memoria mineraria
Proseguendo verso nord si incontrano piccole cale selvagge come Porto Sciusciau, fino a raggiungere Cala Domestica, un gioiello nascosto tra le falesie calcaree.
La spiaggia, circondata da ruderi minerari, ricorda il passato industriale della zona: da qui, fino agli anni ’40, venivano imbarcati i minerali estratti nelle miniere vicine.
Un tunnel scavato dai minatori conduce alla vicina Caletta, più intima e riparata.
Verso Buggerru: dune, promontori e storia
Il cammino prosegue lungo l’altopiano di Planu Sartu, tra arbusti e macchie di euforbia dai colori intensi. Dal pianoro si apre la vista sulla lunghissima spiaggia di San Nicolò, che si estende fino al porticciolo di Portixeddu.
Poco oltre, il promontorio di Capo Pecora introduce alla tappa finale: Buggerru.
Nato a fine ’800 grazie ai giacimenti di zinco, il villaggio minerario fu abitato da comunità francesi e belghe e conserva ancora oggi tracce autentiche della sua storia industriale.
Questo itinerario di più giorni unisce natura selvaggia, archeologia industriale e scorci indimenticabili, rivelando l’anima più autentica del Sulcis Iglesiente.




