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Viaggio in Nicaragua On The Road & Surfing: si parte!

Rossella è una persona che ama viaggiare al di fuori delle tradizionali mete turistiche. In questo Diario di Viaggio ci porterà nel cuore dell’America Centrale, in Nicaragua, un paradiso per gli amanti dell’avventura e per chi cerca una meta economica. Vulcani, città coloniali e isole paradisiache vi incanteranno.

In Nicaragua ho viaggiato per due mesi da sola; solo per quindici giorni in compagnia di un’altra ragazza con la quale abbiamo deciso di condividere un periodo di perlustrazione del paese insieme.

Posso pertanto basarmi sulla mia esperienza personale per tranquillizzare tutti coloro, ed ancora di più, tutte coloro, che temono per la propria sicurezza ed incolumità: niente da temere! Ovviamente mantenendosi coscienti che non è mai consigliabile fare mostra dei propri beni materiali, anzi, il consiglio è sempre quello di muoversi mantenendo il più basso profilo possibile.

Posso altresì suggerire di viaggiare per il Nicaragua senza affittare mezzi propri, ma utilizzando gli autobus pubblici con i quali si arriva ovunque e con una spesa davvero minima.
Infine, preciso che ho terminato questo viaggio poco prima della breve guerra civile che scoppiò nell’Aprile 2018. Attualmente tutto è già tornato alla normalità ormai da più di un anno ma, rispetto al mio racconto, qualche posto potrebbe essere un po’ meno attivo e popolato di prima. Una cosa è certa: tutto sarà ancora meno caro di allora.

Buon Viaggio!

L’avventura è iniziata a Barcellona dove mi sono imbarcata sul volo Norwegian airlines, destinazione Miami, aeroporto di Fort Lauderdale precisamente; da lì ho continuato, con la Spirit Airlines fino alla destinazione: Managua, la capitale del Nicaragua.

Ho tenuto a precisare le compagnie aeree poiché, se l’intenzione è risparmiare, queste tratte mi hanno permesso di arrivare a Managua da Barcellona a meno di trecento euro. Ma era l’ormai lontano 2018 e tutto potrebbe essere cambiato da allora.

Torniamo al viaggio: a Managua feci una sosta doverosa di tre, quattro giorni per recuperare la stanchezza del lungo viaggio ed il fuso orario. L’alloggio fu l’unica prenotazione fatta prima di partire e, devo dire, mi andò molto bene.

In generale, ovunque in Nicaragua, si trova facilmente da dormire a basso costo prenotando su Booking.com, mentre è molto meno presente Airbnb.

A basso costo intendo dai cinque ai sette, otto dollari a notte, in camera privata in ostelli ben organizzati con uso cucina. Riguardo agli ostelli nicaraguensi voglio aprire una parentesi: i più economici si sono rivelati, in generale, i più pittoreschi sia come strutture che posizione, nonché per le persone che vi si incontrano. Per niente al mondo sceglierei alberghi stellati che perdono tutto il fascino tipico di questi posti.

Bene, di Managua ricordo il caldo torrido, anche se era novembre, gli improvvisi e violenti acquazzoni tropicali che lasciano l’asfalto umido che ribolle di vapore acqueo: mai sofferto il freddo nemmeno dopo la pioggia a sole già calato.

Managua è nel complesso una bella città, nella quale si può acquistare di tutto come in Europa, cosa che invece non sarà più possibile man mano che ci si addentra nelle parti più amene di questo grande paese.

Managua non è sul mare ma sul lago di Managua (Lago Xolotlàn). La parte che si affaccia al lago è decisamente la parte più bella della città, a volte addirittura spettacolare, quando ad esempio, ci si imbatte nei giganteschi alberi della vita tutti colorati, simbolo della città.

Nel mezzo del lago c’è un’isola, l’Isola Amore (si chiama così) e se si arriva prima delle tre di pomeriggio si può, dal parco imperdibile dedicato a Salvador Allende, prendere il traghetto per fare un bel giro su questa isola. Personalmente ho perso questo traghetto ma il parco lungo lago, con anche un museo storico-artistico assai interessante, mi hanno lasciata pienamente soddisfatta.

Altra cosa che colpirà ogni europeo, sono gli enormi mercatini che ho iniziato a trovare a Managua, ma che fanno parte del quotidiano di ogni cittadina nicaraguense. Chiaro, il mercato di Managua è il più grande, il più affollato di uomini e bestiame: tipici i carri e carretti trainati dai cavalli ma anche da buoi. Ad aumentare la frenesia e diciamolo pure, la confusione generale di questi luoghi, vi è il fatto che, proprio dai mercati, partono ed arrivano tutti gli autobus che collegano le varie zone del paese.

Ecco perché, se sceglierete di girare in autobus il Nicaragua, non vi perderete mai i mercati di ogni posto che visiterete, nel bene e nel male: caldo, polvere, confusione non sono il massimo come primo impatto di un nuovo posto in cui si arriva dopo un bel viaggetto in bus.

Personalmente ho fatto così, ho girato per due mesi il Nicaragua in autobus (guagua in latino america) e posso sintetizzare con questa frase: minima spesa massimo risultato. Bisogna  doverosamente dire che gli autobus non sono di ultima generazione, e neanche di penultima, bensì la maggior parte sono vecchissimi, lunghissimi e coloratissimi bus rottamati dagli Stati Uniti, con sedili non comodi, ovviamente (e per fortuna) senza aria condizionata (ma i finestrini sono tutti aperti).

Le strade, soprattutto a lunga percorrenza, non sono certo come quelle dell’Africa:  niente da eccepire, il Nicaragua è attraversato da nord a sud dalla Panamericana, dove a volte si raggiungono le quattro corsie. Con questi folcloristici autobus si possono fare spostamenti che durano quattro, cinque ore a pochissimi euro, in genere sempre meno di cinque!

E, come dicevo per gli ostelli, viaggiando con i loro mezzi di trasporto, si ha la possibilità di immergersi nel paese e fra i suoi abitanti, totalmente. Inizialmente ci si stupirà di chi sale con polli e galline, dei venditori di dolciumi e bevande naturali che salgono e scendono ad autobus in corsa, della musica folcloristica a tutto volume, fra cui a volte ci scappa anche un Cocciante…

Ma niente è più profondamente “viaggiante” che immergersi nel duro sedile, anche un po’ schiacciati, ascoltando loro e la musica latina, e guardare scorrere dal finestrino paesaggi verdi lussureggianti e paesini tipici disordinati e brulicanti di vita.

Così si può esplorare da nord a sud e da est ad ovest il Nicca (così lo abbreviano i nativi del Nicaragua) spendendo pochissimo, vedendo tantissimo e sentendo davvero il paese.

IL VIAGGIO CONTINUA… Aposentillo e Nahualapa

Autore dell'articolo:

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Rossella Cozzi
Sono nata a Livorno ma ho studiato a Milano e dopo la laurea in Scienze Ambientali ho fatto una scelta di qualità di vita che mi ha portata a vivere all'estero, assecondando le mie preferenza ambientali - naturalistiche. Ho da sempre alternato periodi di lavoro a periodi di viaggio così che ho avuto modo di visitare oltre all’Europa, zone del Centro Africa, Centro America, e parte del Sud America. Il viaggio è metafora e concentrato della vita stessa, per qualcuno diventa uno stile di vita, per altri una parentesi, una pausa. In ogni caso arricchisce e cambia. Per questo ne sono una fervente credente e praticante. Ho tradotto il libro EL INDIO INTERIOR di Silfio Cifuentes, la storia di un uomo che visse per quaranta anni con la tribù indigena dei Kogui, nelle foreste sui monti della Sierra Nevada, in Colombia.