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Viaggio in Nicaragua On The Road & Surfing: León

Léon, dopo Managua e Granada, è la terza città più grande del Nicaragua, dove ho passato quattro giorni.

Come sempre in Nicaragua, ho trovato un ostello centrale a 7 dollari a notte, camera singola, con prima colazione inclusa, wifi e tutti gli optional di un bell’ambiente a conduzione famigliare, con clientela hippie on the road: colori e musica! Si chiama Hostel Nicarao, ve lo consiglio!

Questa “grande” città, mi è piaciuta subito. Mi sono sentita immediatamente bene anche per il bel caldo accogliente, dopo aver sceso dai monti di Matagalpa dove l’aria era decisamente più fresca. In effetti, ho avuto poi modo di valutare che Leon è una città caldissima ed erano i primi di dicembre. Ad Aprile dicono che sia veramente estrema come calore e questo perché non ha sbocchi nè sul mare, nè sul lago, anche se non ne è molto lontana dal mare.

Il modo migliore per girare la città è a piedi, prendendo però qualche riferimento per tornare dove si alloggia. La meta principale è la grande cattedrale della piazza centrale: La Asunción è la chiesa, costruita dagli spagnoli, più grande in centro America.

La piazza alberata su cui dà la cattedrale è il cuore pulsante della città: ci sono piccoli bar e venditori ambulanti di “refrescos”, ossia i succhi naturali dei tanti frutti tropicali, tutti buonissimi. Nella piazza vengono anche allestiti mercatini e feste danzanti. Di giorno e di notte c’è sempre un bel movimento.

Sul retro dell’enorme chiesa ci sono lunghi bancali di “street food”: si mangia in strada comodamente, poiché sono organizzati con tavolini e sedie. Ci si può fare preparare un lauto piatto ricolmo di vari tipi di carne (solitamente manzo, maiale e pollo) che cuociono su grandi bracieri al momento, il tutto arricchito da riso condito in vari modi, yuka ed altri vegetali. Per bere, si può scegliere tra birra o i refrescos naturali, oltre all’acqua ovviamente. Ci si alza sazi e soddisfatti, oltre che per il cibo, anche per tutto l’ambiente circostante assai tipico e curioso, ma sempre cortese.

Leon è ricca di un gran numero di altre chiese ispaniche e, un bel modo per girarla, è vedere tutte le chiese della zona centrale. Oltre ai monumenti storici, avrete la possibilità di apprezzare anche i vari rioni, perlopiù tutti con case basse, negozietti ed i vari giardini.

Leon piace sempre molto ai turisti poiché, tra le grandi città, è la più tipica e la meno turistica. Tornando alla piazza centrale della cattedrale, difronte a quest’ultima, a fine piazza, sulla sinistra con le spalle alla cattedrale, vi è il Museo della storia del Nicaragua. Consiglio di andarlo a vedere. All’ingresso vi affideranno una guida che in genere è un ex combattente originale (almeno la mia guida lo era) e, davanti a quadri, disegni, resti militari, armi, riproduzioni di territorio in rilievo e libri, vi racconterà la storia di guerra di questo paese e della resistenza patriottica dei suoi abitanti che durò fino a non molti anni fa.

Il Nicaragua, tra i paesi centro americani è quello con la maggiore radice ed entità storica: sempre ha difeso la propria indipendenza e cultura. Usciti da questo museo vedrete questi posti sotto un’ottica molto più completa e li apprezzerete ancora di più.

Scendendo lungo la strada che costeggia la fiancata del museo, vi è una grande varietà di locali notturni. Questa è l’area della movida di Léon, con discoteche e bar per tutti i gusti e soprattutto, dato che come ho già detto è molto meno turistica di Granada o di Managua, sarete proprio immersi nei veraci ritmi latini.

Anche Léon, come i posti precedenti e quelli che descriverò in seguito, è molto sicura anche di notte, anche se si gira a piedi e da soli. Ovviamente bisogna sempre avvalersi delle regole del buon senso, ossia mantenere un basso profilo senza ostentare rolex piuttosto che altri gioielli, nè comportarsi in maniera aggressiva o troppo spregiudicata, ma del resto questo vale in qualsiasi città del mondo si esca di notte (ed anche di giorno).

Da Léon, in soltanto quaranta minuti di autobus, si può giungere sulla costa pacifica: dopo ben quasi quindici giorni di lontananza, non potevo più resistere al richiamo del mare, ed eccomi così sul bus in direzione della prossima tappa.

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Rossella Cozzi
Sono nata a Livorno ma ho studiato a Milano e dopo la laurea in Scienze Ambientali ho fatto una scelta di qualità di vita che mi ha portata a vivere all'estero, assecondando le mie preferenza ambientali - naturalistiche. Ho da sempre alternato periodi di lavoro a periodi di viaggio così che ho avuto modo di visitare oltre all’Europa, zone del Centro Africa, Centro America, e parte del Sud America. Il viaggio è metafora e concentrato della vita stessa, per qualcuno diventa uno stile di vita, per altri una parentesi, una pausa. In ogni caso arricchisce e cambia. Per questo ne sono una fervente credente e praticante. Ho tradotto il libro EL INDIO INTERIOR di Silfio Cifuentes, la storia di un uomo che visse per quaranta anni con la tribù indigena dei Kogui, nelle foreste sui monti della Sierra Nevada, in Colombia.