Nell’immaginario collettivo, una vacanza nel Lazio vuol dire passare qualche giorno a visitare Roma, il museo a cielo aperto più grande del mondo. Di conseguenza la zona circostante, la campagna romana, è sempre rimasta in ombra sotto il punto di vista degli afflussi turistici. Esistono pero anche pochi eletti, i cosiddetti viaggiatori incalliti, che arsi dal continuo desiderio di conoscere posti nuovi, si sono spinti e continuano a spingersi alla scoperta dei piccoli borghi che sorgono intorno alla capitale.
Per queste persone e a beneficio anche di chiunque voglia provare a battere sentieri turistici meno noti, suggeriamo un piccolo diario di viaggio attraverso i borghi della campagna di Roma.
Come base strategica consigliamo di arivare e prendere alloggio in un B&B a Valmontone, paese centrale rispetto ai percorsi che proponiamo. Iniziamo il viaggio…
PALESTRINA
Palestrina è la porta della campagna di Roma, il paese che vanta il maggior numero di testimonianze storiche del passato di queste terre e luogo in cui, ancora oggi, vengono rinvenuti reperti archeologici risalenti alla Roma repubblicana ed imperiale. La prima tappa in assoluto deve essere il Museo Archeologico Nazionale, ospitato nel rinascimentale “Palazzo Barberini”, sulla sommità della cittadina.
Qui, le grandi sale affrescate, ospitano reperti storici della Roma antica: statue, cippi, oggetti, gioielli, busti e tanto altro ancora. I pezzi forti del museo sono la grande statua della Dea Fortuna Primigenia e il gigantesco mosaico del Nilo, opera ellenistica rara e preziosa. Dopo il museo si può scendere per visitare i resti ben conservati del tempio pagano della “Dea Fortuna Primigenia” e poi di seguito “l’antro delle sorti”. Quest’ultimo è interessante anche per la storia del suo utilizzo nel passato remoto. Al tempo, i nobili venivano a Palestrina per domandare ai sacerdoti i loro accadimenti futuri. I sacerdoti allora, calavano un giovane nell’antro delle sorti ed infine, quando questi veniva tirato di nuovo su, portava con se delle tavolette in cui era scritta la risposta alla domanda posta. Inutile dire che sotto l’antro, vi erano altri sacerdoti che scrivevano suille tavolette la risposta più congeniale in base al personaggio che li interrogava.
CASTEL SAN PIETRO ROMANO
Dopo questa escursione archeologica, suggeriamo di salire sopra Palestrina, fino a raggiungere Castel San Pietro Romano sul Monte Ginestro. Qui furono girati diversi film negli anni 50 e 60 tra cui spicca Pane Amore e Fantasia. Il “set” del film, ovvero le abitazioni dove è stato girato, sono ancora così come erano allora. A Castel San Pietro Romano, oltre che godere del fresco e dell’aria buona, non deve mancare una sosta al “Forno Fiasco”, dove si può assaggiare il fiore all’occhiello di questo piccolo paese: il giglietto di Palestrina. Il giglietto è un dolce secco entrato a far parte del presidio Slow Food, realizzato solo con ingredienti prodotti in questa zona. Se chiederete di Erminia o laura, saranno liete di raccontarvi la storia del giglietto e di farvelo apprezzare in maniera eccezionale.
GENAZZANO
La prossima tappa è invece a Genazzano, un paesino arroccato su una collina di tufo, dominato dal maestoso Castello “Colonna”, dal nome dei principi che regnavano in questa zona. Dopo la visita al castello, approfittate per fare due passi a piedi nel centro storico. Qui ritroverete quei sapori e quei profumi di una volta. Diversi sono i forni che producono ottimo pane, le ciambelle genazzanesi (ciambelle all’anice buonissime) e, per gli amanti dei dolci, le “barrachìe”, un dolce fatto con pastafrolla e marmellata di prugne caratteristico di questo paese. Attraversate tutto il paese (ci vuole poco) e fatevi indicare dalle squisite persone del posto, il Ninfeo Bramante, opera incompiuta rimasta celata per tantissimi anni.
ANAGNI
La terza ed ultima tappa di questo mini tour in provincia di Roma deve essere ad Anagni. Questa straordinaria e bellissima cittadina si trova tra la Via Casilina e la SS155 Fiuggina. La sua fama la si deve al fatto di aver dato i natali a 4 pontefici, Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifiacio VIII. È infatti chiamata “La Città dei Papi” ed è stata a lungo eletta come residenza papale.
Il centro di Anagni è di squisita fattura Medievale, ben tenuto, pulito e ricco di chiese romaniche, campanili e logge. Tra i monumenti da visitare segnaliamo il “palazzo di Bonifacio VIII”, la “casa Barnekov”, Il Duomo ed il palazzo civico. Nella cripta della cattedrale sono presenti numerosi affreschi ben conservati appartenenti alla pittura duecentesca.
Anagni fu alla guida di una federazione di città, fra le quali Ferentino, Alatri, Veroli, che, in alleanza con le altre popolazioni limitrofe, i Volsci e gli Equi, tentó di arginare, senza riuscirci (306 a.C), l’espansionismo della nascente potenza di Roma. La sua felice posizione geografica determinò, nel corso dei secoli, la sua rinascita come centro culturale, religioso, politico. Cicerone, Marco Aurelio, Commodo, Caracalla, Lucio Settimio Severo, i grandi dell’antica Roma, la scelsero come loro residenza.
Ad Anagni vennero emanate Bolle papali, vennero strette alleanze decisive per le sorti della potenza della Chiesa, vennero lanciate tremende scomuniche contro i potenti dell’epoca, come Federico Barbarossa.
Storicamente, Anagni è ricordata per l’episodio dello “Schiaffo di Anagni”. Si riferisce ad un evento accaduto nel 1303, quando il Re di Francia, Filippo IV detto “Il Bello” invio il suo consigliere e Giacomo Colonna (appartenente ad una delle famiglie più potenti della zona) dal Papa Bonifacio VIII , alla testa di un piccolo esercito, per intimargli di ritirare la bolla papale Super Petri Solio con la quale il Papa scomunicava il Re francese. I soldati, nottetempo, entrarono tranquillamente nella cittadina fortificata (probabilmente grazie alla collaborazione del “Podestà” cittadino locale, e la occuparono. Il Papa fu costretto a restare nel suo palazzo imprigionato e per due giorni vi rimase. Nel corso di quei giorni, gli emissari del re tentarono, senza successo, di convincere il Papa a ritirare la bolla e ad abdicare. Passati questi due giorni, i cittadini di Anagni, liberarono il pontefice il quale però morí per cause misteriose dopo un mese da questo evento. A quel punto i Francesi presero il controllo sul papato e trasferirono la sede papale ad Avignone in Francia.
SEGNI
Lasciamo ora Anagni e dirigiamoci verso Segni. È uno dei paesi piú caratteristici della zona, con una storia nobile alle spalle ed un centro storico di fattura medievale. Sin dall’inizio, Segni fu una piccola città-stato. Gli antichi Romani all’epoca di Tarquinio Il Superbo, la elessero come punto strategico per controllare le vie di accesso a Roma. Nel corso di quest’epoca, fu eletta a Municipio e la cittadina poté fregiarsi con la sigla SPQS (Senatus populusque Signinus). La città era fiorente e tra le sue mura si coniavano monete d’argento.
Durante tutto il periodo della dominazione Romana, a Segni vennero costruiti il foro (dedicato all’imperatore Caracalla), due templi dedicati ad Ercole e Giunone e vennero innalzati numerosi monumenti.
Successivamente alla dominazione romana, Segni divenne a tutti gli effetti territorio dello Stato della Chiesa. In tale periodo, ospitò Papi e nobili e venne costruito un palazzo papale che ora è diventato un seminario vescovile.
Attraversando a piedi lo splendido paese si respira l’aria dell’antico Stato della Chiesa. Con i suoi monumenti ed i suoi scorci, tutto ricorda quei tempi andati.
Diverse sono le cose d avedere a Segni. La cattedrale di Santa Maria Assunta: Costruita nel XVII Secolo sulle rovine di una precedente chiesa risalente al 900 d.C.. Infatti, il campanile che la domina risale all’XI Secolo. Sulla facciata sono presenti due antiche meridiane in pietra. Al suo interno sono custodite le reliquie di San Bruno, patrono della città.
Le Mura Ciclopiche da cui Segni è circondata. Lungo le mura vi sono numerose porte, una piú bella dell’altra.
Tra le porte spicca la Porta Saracena, che a detta degli esperti rappresenta uno dei piú meravigliosi monumenti di tutti i tempi, nominata nei trattati di archeologia di tutto il mondo. Porta Saracena si rifà allo stile della “Porta dei Leoni” di Micene, cittadina con la quale Segni è gemellata.
Se capitate a Segni nel momento giusto potrete assistere alla “Giostra del Maialetto”. L’evento si t tiene agosto e si rifà ad un episodio avvenuto nel 600, periodo in cui vi fu una disputa per un pascolo per maiali tra il popolo di Segni ed il Conte Sforza. La storia ci dice che la tassa per far pascolare i maiali doveva essere riscossa dai segnini ed invece il conte la voleva per se. In attesa della sentenza che probabilmente sarebbe stata in favore del potente conte, i segnini cacciarono a bastonate i maiali dal bosco. Grazie a questa azione il popolo ottenne la sentenza a favore. Per festeggiare questa vittoria i segnini inventarono la giostra del maialetto che consisteva nel lasciar libero un maialino il quale deve essere ricercato da 5 squadre composte da 2 persone bendate. Durante la ricerca, spesso gli uomini si scontrano tra di loro invece di prendere il maialino, suscitando risate ed ilarità.
I percorsi sin qui suggeriti, sono solo una parte di ciò che si può visitare nel territorio intorno a Roma. Altri paesi nascondono sorprese graditissime e offrono al turista una tradizione enogastronomica da “assaporare” nel vero senso della parola. Olevano Romano con il suo vino Cesanese e la “ventricina”, Paliano con il suo vino Passerina, Cave con le sue castagne, esportate in epoche passate in Francia come frutto preferito per la realizzazione dei Marron Glacé, Zagarolo con il suo “Tordo matto”, un involtino di carne di cavallo stuzzicante ed appetitoso. Non mancano nemmeno occasioni per vivere una vacanza all’aria aperta solcando i numerosi sentieri dei Monti Prenestini o per divertirsi con tutta la famiglia, passando una meravigliosa giornata al parco giochi Rainbow Magicland di Valmontone.
Unica pecca è la difficoltà nel muoversi con gli autobus pubblici, un servizio leggermente carente ma non impossibile da utilizzare se si pianificano per bene gli spostamenti sul territorio. In ogni caso consigliamo vivamente l’utilizzo dell’automobile per muoversi in libertà.