Scalcagnata, rattoppata, a volte azzoppata e piena di contraddizioni, ma l’Italia è sempre l’Italia. Con i suoi paesaggi mozzafiato, le città d’arte, i borghi medievali, le montagne innevate e i 7458 km di costa la nostra Penisola resta una delle mete più ambite dai viaggiatori di tutto il mondo. Solo il turismo balneare nel 2018 ha registrato un aumento di oltre tre punti percentuali e le previsioni per il 2019 confermano il trend.
In forte aumento il turismo nel meridione d’Italia con, soprattutto gli stranieri, sempre più attratti dal fascino delle lunghe spiagge bianche, delle scogliere, dei paesini arroccati sul mare tra antiche Chiese, borghi che resistono allo scorrere del tempo e buon cibo. Con l’avvicinarsi dell’estate sono decine le mete che si potrebbero scegliere alla scoperta del sud, e districandosi tra blog, portali, e siti dedicati le tre destinazioni dei sogni più gettonate per l’estate 2019 sembrano essere costiera amalfitana, Salento e costa calabrese.
Costiera amalfitana
La costiera amalfitana, come consiglia un articolo, è uno dei viaggi più tradizionali e suggestivi per chi voglia scoprire l’anima stessa del mare italiano del sud Italia. Villaggi portuali, passeggiate mozzafiato, acque cristalline e pesce freschissimo fanno di questo tratto di costa campana della provincia di Sorrento uno dei gioielli italiani per eccellenza. Dal 1997 la costiera amalfitana fa parte dei patrimoni dell’umanità protetti dall’Unesco, incantevole buen retiro per chi voglia unire all’esperienza balneare un tuffo nell’anima più ancestrale dell’italianità. Il viaggio non può che iniziare da Amalfi, antica città delle Repubbliche marinare, luogo di passaggi e scambi commerciali di altissimo profilo col suo antico Duomo di San Andrea che merita una visita mentre ci si perde tra le viuzze del centro storico. Amalfi sì, ma anche Positano, centro di moda e di prestigio; luogo di attracco di vip e personaggi famosi che si possono incontrare la sera nei bar della piazza o di giorno a fare shopping nelle decine di boutique del paese. Imperdibile la vista del panorama dall’alto e le delizie di mare cucinate dai migliori chef del paese. E poi ancora, scorrendo i 50 chilometri di costa, imprescindibile una tappa a Ravello per vedere le famose ville arroccate sul mare e a Praiano dove i tramonti mozzano il fiato. E ancora Minori, Maiori, Vetri sul mare e giù fino alla minuscola Conca dei Marini dove le 6000 anime che popolano il borgo sono custodi involontari della magia della Grotta Smeraldo. Un viaggio indimenticabile per coloro che non concepiscono il mare solo come spiaggia e ombrelloni, ma sono alla ricerca di luoghi e atmosfere che dal mare vengono generate per trasformarsi anche in altro.
Il Salento
C’è chi definisce il Salento la California d’Italia, ma mai definizione è stata più riduttiva per tutto quello che è la costa pugliese che si snoda dalla Baia dei Turchi a Torre Lapillo, una curva di sabbia e mare cristallino tra Adriatico e Ionio a misura di coloro che, invece, il mare se lo vogliono godere in costume da bagno dall’alba al tramonto (e anche dopo). Le sfumature cobalto del mare fanno da contraltare al giallo ocra delle campagne che si trovano nell’entroterra e ai grappoli di case che si affacciano sulla costa quasi a sfidarne la potenza. Le lunghissime spiagge bianche a tratti cedono il passo a scogliere e grotte incastonate nel nulla, preziosi tesori che vengono scoperti da chi il Salento lo può girare in barca. Mare sì, ma anche città d’arte dal sapore antico come Otranto e Lecce o gioielli come Melendugno con la sua Grotta della Poesia o il villaggio medievale di Borgo di Specchia a metà tra i due mari che baciano la Puglia. Chi vuole godere, invece, del Salento più modaiolo si deve fermare a Gallipoli luogo d’elezione per la movida tra grandi feste sulla spiaggia, aperitivi al tramonto e discoteche in cui attendere l’arrivo dell’alba. E proprio l’alba fa sì che le anime della notte si ritirino per concedere alle famiglie di godersi spiagge e mare temperato in tutta tranquillità. Prima di lasciare il Salento vale la pena di concedersi una pausa a Leuca, il punto più a sud del tacco pugliese e ringraziare il mare per la sua meraviglia guardando il sole perdersi al suo interno.
La costa ionica della Calabria
E tra le mete più gettonate dai turisti che si stanno organizzando ora in vista della prossima estate c’è anche la costa ionica della Calabria regione in grande ascesa che offre non solo un mare dalle acque limpide e temperate, ma anche paesaggi mozzafiato; percorsi alla scoperta della storia, della gastronomia e delle antiche tradizioni di queste terre. Il viaggio qui non può che iniziare da Isola Capo Rizzuto un promontorio che si affaccia sotto la suola dello stivale italiano. Oltre a visitare il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna qui ogni angolo regala scorci di panorama mozzafiato con mare turchese e natura incontaminata. Proprio da Isola Capo Rizzuto si estende Golfo di Squillace che si protrae fino a Monasterace. In questo angolo di Paradiso si trovano due delle spiagge più suggestive dell’intera regione: la Costa dei e la Costa degli Aranci entrambe tappe obbligatorie del viaggio calabrese. Visto, però, che in una vacanza non si vive di solo mare la costa ionica della Calabria permette di andare alla scoperta di borghi e villaggi gelosi custodi della propria antichità. C’è, ad esempio, Roseto Capo Spulico, uno dei borghi medievali più antichi della regione. All’interno della cinta muraria i vecchi vicoli del centro storico regalano scorci caratteristici e permettono di respirare l’ossigeno prodotto dal cuore pulsante della vita cittadina. Obbligatoria la visita al Castrum Petrae Roseti, il castello medievale sul mare, una delle principali attrazioni della zona. Impensabile lasciare la Calabria senza essersi fatti sedurre dal buon cibo e dai prodotti locali. Per gli amanti del vino, infine, il consiglio è far tappa a Cirò Marina che, oltre a essere una delle località turistiche più famose del territorio, è anche rinomata per la produzione vinicola locale con uve pregne del calore del sole e della fertilità della terra calabra.
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