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Venezia da scoprire: quello che i turisti non sanno

Venezia, città gotica, oscura, complessa e sfaccettata; ma anche meta del turismo di massa, immagine da cartolina e tappa obbligata da visitare almeno una volta nella vita. Con i suoi sei quartieri collegati da ponti che tracciano linee di continuità architettonica in una laguna che da sempre cerca, con le sue acque alte e con la tenacia del mare, di sottrarre Venezia ai veneziani, invano.

Venezia è lì immobile e cosmopolita, turistica e di nicchia, alla portata di tutti e a misura di pochi e proprio le sue contraddittorie nature vanno scoperte se si intende assaporare la vera essenza dell’anima veneziana.

Piazza San Marco, la basilica e il campanile

Il turista che si rechi in laguna, ovviamente, non potrà prescindere da una prima tappa obbligata a Piazza San Marco, l’unico spazio abbastanza ampio da poter essere definito “piazza”; gli altri slarghi si chiamano  “campi”;  ce ne sono a decine che compaiono – piccoli e meno piccoli – a far filtrare la luce nel labirintico districarsi delle calle.
Piazza San Marco con i suoi piccioni e i bar che costano un occhio della testa è l’anticamera della Basilica di San Marco che rappresenta la quintessenza dell’eredità della cultura romana, bizantina e veneziana. All’interno sono custodite le reliquie di San Marco e i naviganti hanno provveduto nei secoli ad abbellirla e ornarla con manufatti provenienti dal lontano Oriente.
Adiacente a piazza e basilica sorge nei suoi 99 metri di altezza il “paron de casa” come lo chiamano i veneziani, ovvero in Campanile di San Marco da cui, tra l’altro,  parte  il cosiddetto volo della Colombina che sancisce l’inizio del carnevale a Venezia.

Palazzo Ducale

A pochi metri dalla piazza l’imponente Palazzo Ducale celebra la forza e la potenza politica che ha avuto la Serenissima nella storia della penisola. Era qui che risiedevano i dogi e qui ha stabilito la sua sede amministrativa Napoleone Bonaparte dopo aver conquistato Venezia nel 1797.
All’interno di Palazzo Ducale si trovano opere d’arte dal valore inestimabile che hanno resistito a incendi, dominazioni e calamità d’ogni tipo.

I ponti di Venezia

Nel giro alla scoperta della Venezia più tradizionale non si può prescindere dalla visita ai ponti giocando a contare quanti se ne attraversano in un solo giorno. Se i più famosi sono senza dubbio quelli di Rialto e dei Sospiri gli altri concorrono a formare una ragnatela di 354 ponti frutto dell’ingegno umano stimolato dalla necessità di tenere insieme una città nata quasi a sfida nei confronti della forza della natura.
Simbolo stesso dell’acqua a Venezia è il Canal Grande, canalazo, come lo chiamano i veneziani: lo spartiacque che divide in due Venezia. A forma di s rovesciata può raggiungere i 5 metri di profondità e i 70 metri di larghezza.

I palazzi

Affacciate sul Canal Grande, le meravigliose case di Venezia sono uno spettacolo unico al mondo. E proprio all’interno di queste antiche dimore si trovano gli angoli meno noti della città, ma non per questo meno belli.
Basti pensare a Casino Venier, per esempio. Si tratta di un antico palazzo dove nel ‘700 si giocava d’azzardo, si beveva e si parlava di illuminismo e filosofia. E’ una delle prime case il cui portone è dotato di spioncino creato proprio con lo scopo di controllare chi chiedeva di accedere alla casa.

La scuola grande di San Rocco

C’è poi la scuola grande di San Rocco dove Tintoretto ha messo tutta la sua maestria per dar forma alla cosiddetta scuola veneziana. In 24 anni, l’artista e i suoi allievi hanno realizzato un ciclo di grandi tele nella Sala Terrena e in quella dell’Albergo. Le opere raccontano episodi biblici e della vita di Cristo e il soffitto viene considerato la Cappella Sistina di Venezia.

La Basilica dei Frari

Nel percorso alla scoperta della Venezia meno battuta, imprescindibile è una tappa alla Basilica dei Frari. Lunga 112 metri con i suoi 17 altari custodisce le spoglie mortali di personaggi del calibro di Antonio Canova e Tiziano. Proprio del Tiziano è l’assunzione della Madonna posta nell’abside.

Dal ghetto ebraico al museo Peggy Guggenheim

Uno dei sei quartieri di Venezia è il cosiddetto ghetto ebraico da visitare assolutamente insieme al museo del vetro di Murano e all’imperdibile Museo Peggy Guggenheim, la più prestigiosa raccolta italiana dedicata all’arte europea ed americana della prima metà del 1900. Collezione privata fortemente voluta dalla mecenate dell’arte contemporanea custodisce capolavori di artisti del calibro di Pollock, de Chirico, Picasso, Kandinsky, Brancusi e Duchamp.

A caccia di “cicchetti” in giro per bacari

Infine se è vero che anche il cibo trasmette l’anima di un posto, a Venezia bisogna assolutamente concedersi il tour dei “bacari”, termine dialettale che indica le osterie. Evitando i bacari  più fashion e turistici dove si rischia di pagare un occhio della testa per un bicchiere di vino e due stuzzichini, tra le calle ci sono ancora vecchi bar dove per pochi euro si può fare una scorpacciata di cicchetti che nulla hanno a che fare con i vassoi di cibo pompato a misura di happy hour, ma che tra polentine fritte, dadini di soppressata, polpette, seppioline o sarde in saor sono l’accompagnamento perfetto per l’obra di vino, unità di misura mai declinata al singolare che scandisce il passare del tempo dell’infinita grandezza di Venezia.

Autore dell'articolo:

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Barbara Massaro
Giornalista professionista, specializzata nella trattazione di argomenti di costume e società. Ha lavorato nella redazione di Studio Aperto di Mediaset. Nel 2012 il passaggio al web con la redazione digital di Panorama, Mondadori.