Diari di Viaggio

Miraflor Nicaragua

Il viaggio in Nicaragua continua.... Una escursione decisamente più impegnativa è stata, già solo per il fatto che l’autobus andava preso alle 5.30 della mattina, la visita dell’area di Miraflor.

L’autobus è un normale bus di linea che però si arrampica per quasi due ore su strada sterrata, fino a raggiungere i 1.400 metri di altezza. Confesso che in diversi punti, quando si arrivava a guadare ruscelli, piuttosto che piccole scarpate, ho temuto che il bus ci rimanesse per tutto l’inverno (erano i primi giorni di dicembre). Miracolosamente invece sono scesa puntuale alla fermata della finca di Juan de Dios, colui che sarebbe stato la mia guida per la giornata.

Le prime cose che si notano arrivati alla finca, sono le amache colorate sotto il pergolato, i cavalli, e tutta la struttura della casa-fattoria, specialmente la cucina in roccia e legno.

Juan e la sua famiglia già dentro la finca, mi hanno mostrato diversi arbusti di caffè dai chicchi rossi o gialli (non sono differenti stadi di maturazione, ma diverse qualità di caffè). Mi hanno offerto la colazione e il caffè naturale di loro produzione, che non è affatto paragonabile all’espresso italiano. Il loro caffè non è tostato, è molto più leggero e delicato nel sapore (non c’è bisogno di zuccherarlo), se ne beve una tazza intera e comunque, anche se sembra così leggero, si rischia di ritrovarsi a non potere dormire…

Dopo la colazione sono partita con Juan, il capo famiglia, per l’escursione in montagna equipaggiati con tanto di machete. Abbiamo camminato all’incirca cinque ore (lui portava anche acqua e viveri) ed abbiamo attraversato praterie con mucche, tori e cavalli liberi; boschi fiabeschi di alberi di barba de viejo (barba di vecchio) che hanno la particolarità di avere fronde che scendono fino a terra come dei fili bianchi argentati: in questi boschi sembra di essere in un cartone animato natalizio!

Abbiamo attraversato le piantagioni di caffè anche se devo dire che, dopo avere visto quelle colombiane, quelle del Nicaragua sono sicuramente meno imponenti, ma non per questo meno interessanti.

Siamo arrivati ad avventurarci in una vegetazione fittissima dove abbiamo dovuto impiegare il machete; qui Juan mi ha mostrato piante ed alberi dai poteri terapeutici ed allucinogeni e tronchi antichi dai trecento ai cinquecento anni di età. Siamo poi giunti a punti panoramici straordinari con vallate di verde che si alternavano come le onde, sotto di noi.

La sensazione era quella di essere sospesi tra due immensità: quella azzurra del cielo sopra, e quella dell’oceano verde sotto.

Oltre che la natura, ho apprezzato molto la mia guida, Don Juan, a parte per la sua resistenza fisica, vista l’età non più giovanile, ma anche e soprattutto per il fatto che mentre camminavamo mi ha raccontato moltissimo della storia di questo paese: purtroppo una storia di guerre civili continue e, proprio su queste montagne, ci fu la resistenza.

Fatto ritorno alla finca il resto della famiglia ci ha accolto con il pranzo servito: non potevo aspettarmi di meglio. Dopo il pranzo un po’ di meritato riposo in amaca prima di riprendere il surreale bus di linea-montagna che scendeva ad Estelì. In queste finche, per chi volesse assaporare la full immersion e l’isolamento totale nella natura per qualche giorno, vi è anche la possibilità di alloggio e l’esperienza è davvero completa poiché si vive con le famiglie del posto, come quella di Juan. Disponibili e premurosi solo come in queste realtà si può essere.

Per comunicare personalmente non ho avuto problemi parlando lo spagnolo ma, anche con un po’ di inglese ed italiano penso si arrivi ad un’ottima intesa.

Video sulla finca di Juan

Estelì, è ben collegata con altri luoghi di interesse del nord del Nicaragua e, volendo, si può proseguire in autobus fino in Honduras.

Tappa successiva, la cittadina di Matagalpa.

Rossella Cozzi
Autore: Rossella Cozzi
Sono nata a Livorno ma ho studiato a Milano e dopo la laurea in Scienze Ambientali ho fatto una scelta di qualità di vita che mi ha portata a vivere all'estero, assecondando le mie preferenza ambientali - naturalistiche.
Ho da sempre alternato periodi di lavoro a periodi di viaggio così che ho avuto modo di visitare oltre all’Europa, zone del Centro Africa, Centro America, e parte del Sud America.

Il viaggio è metafora e concentrato della vita stessa, per qualcuno diventa uno stile di vita, per altri una parentesi, una pausa. In ogni caso arricchisce e cambia. Per questo ne sono una fervente credente e praticante.

Ho tradotto il libro EL INDIO INTERIOR di Silfio Cifuentes, la storia di un uomo che visse per quaranta anni con la tribù indigena dei Kogui, nelle foreste sui monti della Sierra Nevada, in Colombia.
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